Not I aquarium

2005

Inchiostro allo stato liquido è versato nel calco del testo Not I e lasciato evaporare gradualmente in tempo reale.

Water balls

2003

Una serie di sfere in cera di varie misure parzialmente riempite d’acqua sono sparse per la galleria di Trinity Buoy Wharf pronte per essere raccolte dal visitatore;  un suggerimento sulla natura interattiva del lavoro è indicato nell’etichetta con il titolo dell’opera.

Il principale aspetto di queste sfere è la loro capacità di esistere come forme autonome con una presenza fisica dalla precisione euclidea, ma con una qualità tattile che provoca un forte desiderio di toccarle. La conseguente scoperta di un aspetto interiore modifica in maniera fondamentale il significato dell’opera. . (estratto da un testo di Gerard Wilson)

1 and many concrete balls

2003

L’opera, concepita come interattiva, è stata mostrata in giorni diversi, in due spazi differenti. In una stanza molto piccola dove le sfere formano una superficie quasi solida dove l’esperienza interattiva e’ socievole e giocosa, succesivamente in una stanza più grande dove l’interazione da socievole diventa quasi pericolosa e il rischio di una perdita di equilibrio diventa reale. Durante le interazioni lo scontro delle sfere in movimento sotto i piedi dei visitatori produce un suono che trasforma la percezione della galleria producendo un suono evocativo del suono mare contro gli scogli. (brano tratto da un articolo di Gerard Wilson)

Balancing beam

2001

L’interesse di Emanuele per il movimento e la comunicazione e’ evidente già in queste opere prime. Balancing beam come opera ha una nota autobiografica poiché qui Emanuele reinterpreta quelli che sono gli attrezzi di ginnastica artistica e danza, entrambi parte del suo training originale prima di arrivare alla scultura, per esplorare nozioni di equilibrio e movimento in relazione alla staticità autorevole di certe sculture minimaliste.

Graphics Traces

2014

Graphics Traces e’ una installazione e performance che esamina la relazione tra il disegno e la danza; l’opera e’ site specific e presenta un interazione dell’evento dal vivo e dell’evento documentato sullo schermo. ‘Utilizzando la danza dal vivo, il disegno, l’installazione sonora e la video proiezione, Graphics Traces esplora la danza come rappresentazione grafica, la danzatrice retraccia nello spazio con il gesso i percorsi e le posizioni principali dei suoi movimenti con l’intenzione di esplorare come questi vengano modificati durante l’utilizzo della gestualità e manualità grafica (traduzione da un testo critico di Sarah McLean)

Graphics Traces e’ stato realizzato per acts reacts 2014, un festival di performance e arti visive a Wimbledon Space con la partecipazione di Lauren Bridle danzatrice e fondatrice della compagnia The People Pile.

Acts Re-acts 1 Exhibition 

Photocopier and spinning tops

2002
Una fotocopiatrice portatile, delle trottole con una puntina per disegnare e della carta da stampa A4 sono i materiali utilizzati per l’installazione Photocopier and spinning tops. Nozioni di equilibrio e di movimento  sono esplorate attraverso strategie di ripetizione e acculumazione. Il fugace momento di equlibrio della trottola quando gira e’ ripetutamente registrato con la fotocopiatrice, producendo come una serie di indici dei movimenti di equilibrio.
Photocopier and spinning tops invita il visitatore a diventare parte attiva dell’opera creando nuove e diverse immagini dei movimenti loro stessi; creando così un giocoso scambio tra partecipazione diretta e significato concettuale dell’opera.
Emanuele attualmente ha rivisitato l’opera ed e’ in programma la pubblicazione di un libro d’artista con i disegni realizzati, offrendo così un stato di permanenza e contemplazione di un momento fugace.

Formations

creare spazio con i gesti

2016

Formations e’ un progetto che esplora la relazione del disegno con la perfomance. Attraverso una serie di workshops I partecipanti della comunità locale del quartiere di Peckham a Londra, iniziano da una passeggiata circolare locale per esplorare, il disegno come attivita’ temporale. Il progetto ha visto i partecipanti coprire zone diverse, impegnndosi in varie attività che utizzavando strategie di ripetizione, di istruzioni e di regole, si sono ripetute per quattro settimane, cosi facilitando l’interazione con la comunità locale.

Settimana 1 – Passeggiare disegnando, guardare o vedere

Settimana 2 –  Camminare conversando

Settimana 3 – Osservazione, ripetizione, riproduzione

Settimana 4 – Linea in movimento; camminata di gruppo

Nella performance finale i partecipanti hanno camminato a piedi lungo un percorso concordato legati fra loro con fasce elastiche di resistenza. In Con una continua negozazione fra di loro e con l’ambinete circostante, I persorsi individuali si devono contunuamente riadattare per lo spostamento con la dinamica del gruppo.

Aperto 16 – Come gesti fanno spazio

Drawing outlines no 2 – Where do I end and you begin

2017

 Drawing outlines no 2 – Where do I end and you begin?  inizia con questa domanda; tre danzatori delineano i limiti del proprio corpo ritraccandone i contorni; un compito impossibile in movimento che non può essere completato.

Un esplorazione attraverso il disegno della continua negoziazione dello spazio interrelazionale; una tematica ricorrente nel lavoro di Emanuele che spesso si interroga sul come il corpo continui oltre i suoi confini fisici nello spazio reale, che implica sia un contesto spaziale, sia un contesto sociale.

Drawing outlines no 2 e’ stato presentato come una live performance per Draw to Perform 4 at Fabrica Gallery in Brighton in March 2017, un festival di performance e disegno, con la partecipazione di Natasha Hubert, Gina Jamieson, Callum Anderson

Images courtesy of Manja Williams

WhiteNoise

2015

WhiteNoise è una collaborazione tra Greig Burgoyne e Rossella Emanuele, il progetto e’ stato realizzato durante un periodo di residenza e mostra presso il Centre for Recent Drawing (C4RD) a Londra. Una conseguente pubblicazione con scritti interpretative e critici, edito da Marmalade Visual Theory e distribuito da Central Books ha esteso gli aspetti concettuali del progetto in forma di un libro d’artista.

WhiteNoise esplora attraverso la collaborazione la relazione tra il disegno la performance; focalizzandosi in particolare su come il senso dello spazio sia interdipendente dai movimenti del nostro corpo in esso. Attraverso una serie di azioni che utilizzano strategie di ripetizione, di accumulazione e di resistenza, WhiteNoise interpreta il disegno come una azione temporale nello spazio; utilizzando sia le energie che si sviluppano nello spazio della galleria attraverso le interazioni di Burgoyne ed Emanuele sia quelle forze già esistenti all’interno e all’esterno del galleria stessa.

Il progetto è stato finanziato dal Arts Council England (ACE) e dall’ University for the Creative Arts (UCA).

WhiteNoise bookwork

WhiteNoise bookwork texts

Yale University Radio interview 

Central Books

Sweeping actions no #1

2017

Incorniciando come momenti coreografici, le azioni del personale addetto alla pulizia e alla sicurezza all’interno del Centro Heydar Aliyev di Zaha Hadid – uno spazio straordinario in un posto incongruo – Sweeping Actions, no #1 contrappone questo ambiente senza tempo con i movimenti lenti, ripetitivi e privi di ispirazione del personale che cammina avanti e indietro senza una meta precisa all’interno dell’edificio durante l’orario di apertura. Definendo queste passeggiate come linee disegnate nello spazio, Emanuele rappresenta questi movimenti come se ci fosse una coreografia orchestrata su un palcoscenico secondo la quale il personale si muove.

Sweeping Actions, no #1 è stato realizzato dopo una residenza presso Yarat Contemporary Art Centre a Baku in Azerbaijan nel 2014; è stato incluso in A History of Drawing, una mostra a Camberwell Space che traccia la storia dell’insegnamento e del disegno al Camberwell College of Arts a cura di Kelly Chorpening.